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Vogliamo condividere con Te le nostre "storie di ordinaria quotidianità" Dedichiamo questo spazio a tutti gli "scacchisti per passione" a coloro che senza essere dei campioni mondiali o scacchisti di professione nutrono ugualmente una passione sfrenata per questa disciplina, ai nostri amici dei piccoli circoli con i quali ci divertiamo tantissimo, alle loro famiglie e a chi pur non giocando semplicemente ama questo nobil giuoco...

venerdì 22 ottobre 2010

Fidel e gli scacchi


Fidel Castro gioca a scacchi con Bobby Fischer (1966)

"Gli USA sono SOTTO SCACCO"  fu questa la dichiarazione del lider socialista cubano per reiterare che la decisione di una guerra nucleare aspetta al Presidente statunitense Barack Obama. Questa affermazione è stata fatta durante il suo intervento in un conosciutissimo programma della televisione cubana centrato sulla tesi, per molti "catastrofista", della possibile minaccia di un conflitto mondiale che a suo giudizio potrebbe derivare dall'attuale conflitto con l'Iran.

La politica è sicuramente un argomento molto interessante.

 Ma per restare sempre nel tema a me preferito, continuerò raccontandovi che Cuba ha una antichissima tradizione scacchistica. Sono stati gli spagnoli a introdurre nel XVI secolo il gioco degli scacchi. Quando i conquistatori arrivarono in questa meravigliosa terra fondarono i primi comuni e fu in Villa Bayamo  nel 1518 che il Capitano Manuel Rojas, amministratore dei beni del conquistatore Diego Velàsquez, comincio per primo a dare lo scacco.
La scoperta di Cuba da parte di Cristoforo Colombo e la sua ulteriore conquista, coincidono con il periodo d'oro per gli scacchi  in Spagna. Ricordiamoci che erano i giorni in cui Ruy Lopez de Segura offriva già lezioni teoriche sostanziali e l'analisi della sua famosa apertura (ancora popolarissima).
Durante il colonialismo a Cuba, il Primo presidente in Arme Carlos Manuel de Cèspedes, conosciuto per il suo daffare rivoluzionario e per aver portato alla Independenza della Spagna, fece la traduzione del famoso libro "le leggi degli Scacchi" edito in francese e considerato un importante materiale della letteratura scacchistica di quei tempi, dando così un inestimabile contributo allo sviluppo degli scacchi a Cuba. La passione per gli scacchi portò Cèspedes a raggiungere vaste conoscenze in materia. Un aneddoto racconta come abbia praticato gli scacchi  fino a poche ore prima di morire.
Molti sono i personaggi cubani di spicco che si sedettero davanti alla scacchiera.
 Uno di loro fù il martire della Patria Josè Martì, "el supremo varòn literario" a cui Fidel Castro attribuisce la paternità della più drammàtica rivoluzione del continente americano.

 Cuba, La Habana. Questa vecchia fotografia ritrae
 la piccola Francia e me davanti alla casa
 del poeta della Rivoluzione Jose Martì


Martì fù un grande appassionato del "giuoco di Philidor" e  durante la sua permanenza in Messico, la sua "Rivista Universale" (1876) anticipa l'uscita di "La Strategia Mexicana" un giornale che si occuperà solo ed esclusivamente di scacchi, proponendo nel suo primo numero il match fra Blackburne e Steinitz e l' opera "The Morphy's games" tradotta in spagnolo.
Nel 1900 invece, il più  mitico giocatore di quei tempi  Jose Raùl Capablanca (1888-) era ancora un ragazzino ma già si distingueva per le sue doti scacchistiche vincendo il Titolo di Campione di Cuba. Nel 1911 raggiunse il suo primo risultato internazionale nello storico Torneo di San Sebastiàn.
Superata la Prima Guerra Mondiale Capablanca vinse il Campionato Mondiale contro Lasker(1921) diventando il'idolo che tutti noi conosciamo. Perderà nel 1927 il suo titolo di campione davanti a un preparatissimo Alekhine. L'ex-campione continuò a brillare, aggiungendo grandi vittorie alla sua carriera ma non ebbe mai l'opportunità di rivincita contro Alekhine.
Nel 1959, sin dai primi giorni del Trionfo della Rivoluzione di Cuba, troviamo un'altro importantissimo personaggio che grazie alla sua grande comprensione della  "scienza" degli scachi ne diventa un fiero promotore. Il suo vincolo col proceso organizzativo dello Stato gli permette di dare grande importanza alla pratica degli scacchi all'interno del programma di governo, aiutando la loro popolarizzazione .
 Ovviamente stiamo parlando di Ernesto Che Guevara,  un deciso sostenitore degli scacchi negli anni '60, "un giocatore appassionato, fervente seguitore,come Lenin, dei problemi dei finali". Sembra che il  grande rivoluzionario  preferisse i problemi con soluzione di "matto in tre mosse" per la maggiore difficoltà che presentano...

 E' grazie all'iniziativa del Comandante Guevara che dal 1962 si organizzò l'importante Torneo Internazionale Capablanca in Memoriam, che conta piu di 40 edizioni e vanta la partecipazione di grandi maestri e giocatori di tutti i paesi del mondo.
Nell'anno 2002 invece, si celebrò alla Habana una gigantesca simultànea di 11,320 scacchiere! A questo grandioso evento partecipò anche il Presidente cubano Fidel Castro, rilanciando di nuovo la "massificazione" del gioco che venne supportato da un corso televisivo, l'edizione e distribuzione di libri gratuiti e dall' implementazione della preparazione fisica degli scacchisti con anche l'appoggio di allenatori delle scuole sportive.
Possiamo dire che questa disciplina è parte importante della cultura cubana. I grandi risultati ottenuti storicamente e attualmente dalle nuove generazioni di giocatori, diventano una risposta positiva agli sforzi compiuti dello stato cubano nel promuevere questo sport.

(Fonte: Sito Ufficiale Federazione Cubana di Scacchi)

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