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Vogliamo condividere con Te le nostre "storie di ordinaria quotidianità" Dedichiamo questo spazio a tutti gli "scacchisti per passione" a coloro che senza essere dei campioni mondiali o scacchisti di professione nutrono ugualmente una passione sfrenata per questa disciplina, ai nostri amici dei piccoli circoli con i quali ci divertiamo tantissimo, alle loro famiglie e a chi pur non giocando semplicemente ama questo nobil giuoco...

mercoledì 17 novembre 2010

Scacchi: Come creare un genio



 Nella serie di documentari della National Geographic del 2007 sulla intelligenza umana ce n'è uno dedicato alla Campionessa Mondiale di Scacchi Susan Polgar.
 In particolare questi documentari trattano di  bambini che nonostante la loro piccola età riescono a distinguersi in diverse attività a livelli eccellenti. Come sappiamo la  campionessa ungherese Susan Polgar cresce nel difficile periodo della Guerra Fredda, nella decade dei 70's. Per decisione dei genitori che possedevano conoscenze pedagogiche e psicologiche eccezionali, Susan e le sue sorelle vengono educate a casa, facendo gli esami obbligatori di fine corso - chiaramente non senza l'iniziale opposizione delle autorità ungheresi.
La scelta, che si rivelarà un grande esempio di "Educazione specializata" impartita dai visionari genitori di Susan, trova origine in una ipotesi esposta nel libro di suo padre Laszlo Polgar intitolato "Bring Up Genius", dove dopo aver studiato numerosi casi di bambini prodigio come quello di Mozart, lo studioso, professionista della psicologia, sostiene che un genio non necessariamente nasce ma questo dono può essere formato tramite una adeguata ed equilibrata educazione dei bambini sin dalla tenera età, essendo questo più importante che non avere un talento naturale.


Susan aveva solo 4 anni quando scoprì per caso i pezzi degli scacchi che caddero accidentalmente da una scatola tenuta dentro l'armadio.
Sua madre non conosceva le regole del gioco, suo padre le conosceva ma non era uno scacchista di spicco; ma come la stessa Susan sostiene egli era convinto che lei avrebbe raggiunto l'eccellenza in qualunque campo, sempre che si fosse applicata come alunna .

La teoria sulla genialità di suo padre non fu di facile dimostrazione giacchè a quell'epoca gli scacchi erano dominati totalmente dagli uomini.
Ed erano in molti a pensare che il cervello femminile essendo morfologicamente diverso da quello maschile non fosse in grado di imparare un gioco che richiede alte dosi di "coscienza spaziale" della scacchiera e dei suoi pezzi: una attività prerogativa del cervello maschile.
Susan dovette dimostrare il contrario, la sua destrezza non dipendeva da fattori morfologici ma da un allenamento mentale (ciò che gli esperti chiamano memoria di lavoro) costruito con la preparazione specializzata impartitale da suo padre. Così che a solo 15 anni si piazza in testa alla classifica mondiale, diviene la prima donna a conseguire il titolo di Grande Maestro, infrange la barriera di genere prendendo parte al campionato Mondiale Maschile, conquista il quarto titolo di Campionessa Mondiale femminile; questo fra una lunga lista d'interminabili successi. Susan Polgar ha giocato alla pari con Grandi Maestri come Kasparov, Karpov e anche il leggendario Fischer, dimostrando ancora una volta che tramite una lunga e intensa preparazione è possibile creare un genio.


 Gli studi sul cervello di Susan rivelano che mentre gioca a scacchi analizzando le posizioni, c'è una maggiore attività delle stesse zone cerebrali incaricate dell'identificazione delle immagini.

Le prove di memoria, il gioco alla cieca e i tempi di reazione richiesti dal gioco lampo sono alcune delle attività che il cervello impara ad eseguire facilmente se vengono forgiate dalla pratica costante, la applicazione e lo studio della teoria e ovviamente se si ha la predisposizione verso questa disciplina.
Credo molto alle ipotesi formulate dal padre di Susan. E' più che provato che anche a livelli più normali come quelli di una famiglia qualunque, l'educazione e la disciplina insegnata ai figli sin da piccoli e l'orientamento sui campi a loro più affini è determinante per il raggiungimento del loro obbiettivi, anche senza dover puntare nei migliori dei casi alla "eccellenza scacchistica" o alla "creazione di un "genio-prodigio".
 Penso che le ricerche sul funzionamento del cervello della Campionessa,  insieme all'approfondimento del metodo di studio delle sorelle Polgar, potrebbero fornire un importante contributo per quel che riguarda i metodi di apprendimento in generale.

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