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Vogliamo condividere con Te le nostre "storie di ordinaria quotidianità" Dedichiamo questo spazio a tutti gli "scacchisti per passione" a coloro che senza essere dei campioni mondiali o scacchisti di professione nutrono ugualmente una passione sfrenata per questa disciplina, ai nostri amici dei piccoli circoli con i quali ci divertiamo tantissimo, alle loro famiglie e a chi pur non giocando semplicemente ama questo nobil giuoco...

lunedì 22 novembre 2010

chess player's wine


 Vigneti Pedine (etichetta)
"Scegliere il giusto vigneto che produce la più alta espressione di una particolare varietà è la chiave per fare un grande vino. L'azienda vincola Chessman sceglie le migliori varietà da specifici vitigni per garantire che ogni bottiglia sia una mossa vincente".

Sembra che il cognome Chessman, molto diffuso negli Stati Uniti, abbia orgine nell'Inghilterra Medioevale essendo una variante di spelling di Cheeseman ossia "l'uomo del formaggio"  quindi è un cognome che descrive un mestiere, colui che fa o vende il formaggio.
 A parte il significato etimologico della parola (Chessman= pezzi degli scacchi) la sua origine non porta in realtà a un legame diretto con la storia degli scacchi. L'azienda vinicola Californiana ha pensato bene a legare questo cognome al gioco ottenendo cosi una elegantissima metafora dei risultati ottenuti dalla propria impresa.
Sono sicura che molti di voi sareste entusiasti di assaggiare un così particolare vino, vista la attinenza al gioco. Altri magari preferiranno restare fedeli alle proprie radici predileggendo i prestigiosi vini di origine italiana DOC.
Qualunque sia la scelta tenete conto che da una decina di anni la Federazione Italiana di Scacchi (FSI) è entrata a far parte del CONI. Così essendo diventato uno sport a tutti gli effetti  viene regolamentato anche da nuove normative che riguardano l'uso di sostanze dopanti, fra cui l'alcool.
Secondo la FIDE l'uso di sostanze stupefacenti viola il codice etico dello sport, che dovrebbe essere praticato per il bene del corpo e dello spirito. (Vai a dirlo al nostro caro amico Sergio che proprio per il bene del corpo e dello spirito trinca grappa a volontà !). E' per questo che dopo il  tanto discusso doping informatico sono stati eseguiti anche alcuni test antidoping per scoprire l'uso di sostanze proibite su giocatori di scacchi!
Dicono alcuni che due tazze di caffè bastarebbero per dar per spacciato uno scacchista, facendolo passare per un pericoloso tossicodipendente!
Quindi anche se magari vi risulta difficile rinunciare al piacere di un bel bicchiere di vino durante la pausa pranzo, sarà meglio rimandare alla fine di ogni torneo questo curioso suggerimento enologico, magari da provare dopo, e solo dopo, la fine di una vittoriosa gara.



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