antico mosaico risalente al XI secolo
Basilica di San Savino, Piacenza
Parlando di storia, controstoria e altre cose ancora, Paolo Bagnoli nel suo libro "Scacchi" dichiara:
"...Se il gioco degli scacchi non fosse fatto, così com'è, sulla misura dell'essere umano, non avrebbe avuto il successo che ha avuto presso tutti i popoli del mondo; poco importa se è poco praticato rispetto ad altri giochi: ciò avviene perchè esso richiede, a chi lo pratica, anche ad infimo livello, l'accettazione del fatto che la vita stessa è fatta di vittorie e di sconfitte, di entusiasmi e di disperazione."....
Possiamo dire quindi che il successone, pardon, la "magia" che il nobil giuoco ha suscitato dalla notte dei tempi si trova nella sua innegabile "natura umana". Sarà per questo che con la sua diffusione nel mondo diventa una inesauribile fonte di ispirazione e una illimitata risorsa anche per l'espresione artistica.
E' cosi che nella pittura troviamo molti artisti importanti che dedicarono e dedicano la loro attenzione alla rappresentazione di questo gioco.
Gli scacchi sono un gioco millenario. In questa raffigurazione egizia risalente al 1200 ac vediamo Nefertari che si diletta a giocare a scacco matto con l'eternità.
Risale al 1875 invece, questa tela di Sir Lawrence Alma Tadena, dove l'artista cerca di ricostruire nel tempo la grande epoca dei faraoni:
In questo dipinto Rorbye Martinius (1845) ci suggerisce come poteva essere l'atmosfera di totale calma e noncuranza al calore pomeridiano, che si respirava in un incontro fra gli uomini coi turbanti :
Dai contatti avuti coi califfati gli scacchi si difussero nel vecchio continente incontrando inmediatamente il favore dei potenti.
"Il Gioco degli scacchi" Ludwing Deutchs
(1869)
Durante il Medioevo, gli scacchi divennero il gioco dei re, invadendo corti e castelli. Nel Cinquecento e nel Seicento compaiono in scena i primi giocatori forti della storia degli scacchi. Ricordiamo il prete spagnolo Ruy Lopez, autore di un'opera in cui si comincia per la prima volta a parlare di teoria del gioco. In Italia il protagonista di grandi sfide fu Leonardo Giovanni da Cutro detto "Il Puttino". Dopo di lui Gioacchino Greco detto "Il Calabrese", considerato un vero professionista.
Hans Muelich dipinse nel 1552 questa tela d'impronta severa dove presenta il Duca di Baviera e la sua consorte in sfida davanti alla scacchiera assistiti ovviamente dai rigorosi dignitari di corte e cagnolini al seguito.
Sono tante le opere pittoriche che ritraggono come protagonisti grandi signori, nobili, cavalieri, aristocratici e dame di corte, intenti a battere i loro avversari davanti al tavolino. La seguente è una scena che ci riporta a una speciale atmosfera d'intimità...
I giocatori di Scacchi. Cornelis de Man
(1670)
Arriviamo di questo passo al Rinascimento. Ancora una volta soltanto i privilegiati signori possono lasciare testimonianza della passione che destò il nobil gioco:
The Chess Game. Lajos Ludwing Bruck
(Ungherese 1866-1910)
Nel seguente olio su tela opera del romano Giulio Rossati della fine del XIX secolo troviamo una importante figura ecclesiastica che cede con opportuna concentrazione davanti alla cruenta passione per il gioco delle 64 caselle...
Una opera di superbo realismo. Giulio Rossati dipinse il cardinale in espressione meditabonda, in cornice ornatissima degna della sua rappresentanza, impassibile giocatore davanti a due nobil donne, sollecite sfidanti.
Una bellissima scena di vita quotidiana, giornata del 1899 a "La Osteria di Fièsole"
dove l'artista tralascia la solennità delle aristocratiche partite prima descritte, non necesaria in questo caso,
per trasmettere un così spontaneo e allegro momento di partecipazione fra i due sfidanti.
Nel Novecento troviamo che gli scacchi vengono rappresentati dagli artisti del pennello in scene di fresca
normalità, aiutati dall'evolversi delle nuove tecniche pittoriche che fanno capo alle diverse tendenze che sorgono all'epoca. Il ritrattista John Singer Sargent famoso anche per i suoi dipinti di paesaggi e acquerelli non poteva non ispirarsi a un così appassionante gioco per catturare l'attenzione dei protagonisti di questa sua opera:
In questa rappresentazione "il gioco degli scacchi" (1907) possiamo apprezzare la sua indubbia ispirazione al Realismo di Velasquez.
Nel Novecento tantissimi sono gli artisti che dedicano il loro tempo ad immortalare la passione che suscitano gli scacchi. Marcel Duchamp abbandona del tutto la pittura per immergersi a capofitto nella pratica di questi.
Altri artisti ispirati all'astrattismo presenteranno gli scacchi come una scomposizione delle forme giungendo a una sublimazione degli elementi di questa:
"Superchess".Paul Klee
(Zurich Kunstmuseum 1931)
Qualunque sia lo stile pittorico o la tendenza estetica, gli scacchi sono un elemento ricorrente della pittura contemporanea
Il pittore austriaco Karl Truppe nel 1942, immagina una raccapricciante sfida
con un avversario che non ammette rivincite
Gli scacchi per il loro elevato potere simbolico non potevano non interessare la pittura. Qualunque sia l'ambito in passato o nell'attualità ..."Se ilgioco degli scacchi non fosse fatto, cosi com'è, sulla misura dell'essere umano, non avrebbe avuto il successo che ha avuto presso tutti i popoli del mondo; poco importa se è poco praticato rispetto ad altri giochi: ciò avviene perchè esso richiede a chi lo pratica, anche ad infimo livello, l'accettazione del fatto che la vita stessa è fatta di vittorie e di sconfitte, di entusiasmi e di disperazione"....(Paolo Bagnoli)
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