Mi piace pensare agli scacchi come un insieme di tante cose : grandi campioni, piccole glorie, vicende storiche, grandi guerre, arte, pittura, letteratura, psicologia, càlcolo, probabilità matematica, logica, scienza, tecnologia, filosofia e religione.
Guardate a proposito questo testo
..."Non crediate che tutto questo sia molto, perchè vado solo preparando, come si dice, i pezzi sulla scacchiera. Mi avete chiesto di parlarvi del fondamento dell'orazione; io figlie mie, quantunque Dio mi abbia condotto per questa strada, perchè certo non credo di avere ancora tali virtù, non ne conosco altro. Credete pure che chi non sa disporre bene i pezzi nel gioco degli scacchi, giocherà male e se non sa fare scacco, non farà neppure scacco matto.Voi certo mi biasimerete perchè parlo di un gioco che non esiste nè deve esistere in questa casa. Da ciò potete vedere quale madre vi abbia dato Dio, se ha conosciuto anche questa vanità, ma dicono che qualche volta tale gioco sia permesso; a maggior ragione, sarà lecito a noi usarne la tattica, e vedere come presto, se vi ricorriamo spesso, daremo scacco matto a questo Re divino, il quale non potrà sfuggirci, ne lo vorrà". (Cammino di perfezione, cap. 24 Santa Teresa d'Avila)
Che ne dite? possiamo anche noi pensare agli scacchi come un gioco di una dimensione spirituale che ci permette di ricreare una metafora della nostra vita? Là dove una scacchiera gigante è il nostro mondo e noi siamo le pedine mandate avanti tramite la volontà divina cercando di avanzare indenni durante tutta la partita, specchio della nostra esistenza terrena, verso una meta precisa : il paradiso...
Santa Teresa d'Avila, Dottore della Chiesa, Padrona degli scacchisti
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